Ricostruire o riutilizzare, dare nuova vita al zone cittadine dimenticate.

DARE NUOVA VITA A VECCHIE ZONE CITTADINE INDUSTRIALI ARTIGIANALI  SEMIABBANDONATE  CON IL  “RIUTILIZZO ADATTIVO”

Le attività industriali che si insediarono in passato, cambiarono e caratterizzarono radicalmente i luoghi, in termini economico, sociale e fisico, dando agli stessi un energia ed un carattere unici. 

Oggi, quando sentiamo utilizzare il termine “Post Industriale” connotiamo una zona industriale appartenente al  passato più  che al presente. 

Tutte le città possono ancora essere più o meno piene di fabbriche abbandonate, nelle quali probabilmente qualcuno della nostra famiglia o qualche nostro conoscente o addirittura noi stessi, abbiamo trascorso del tempo, lavorando al loro interno o per qualche altro motivo, o,  forse non eravamo ancora nati.

 

In quel tempi luoghi scoppiavano di amore, passione ed energia, e nonostante la loro totale dismissione, questa energia è nell’aria e si riesce ancora a sentire. 

Parte di ciò che venne usato, è ancora nella memoria collettiva, diretta e tramandata, lasciando in eredità un’identità fisica e sociologica a questi luoghi. 

In tutto il mondo, le infrastrutture industriali vengono riproposte al riutilizzo creativo, per la cultura, lo sport, il tempo libero, l’istruzione, il design, gli innumerevoli servizi, per nuove produzioni, come abitazioni e negozi commerciali, ridando loro, fascino energia e  luce dopo l’abbandono. Una vera rinascita.

Questo è un processo chiamato ”riutilizzo adattivo”. Tale processo può essere innescato da chiunque percepisca il potere del passato  industriale e osi immaginare un futuro per la sua eredità.  Che sia un professionista, un politico, un manager, un investitore o semplicemente un cittadino appassionatamente ed impegnato, che ritenga che, la fabbrica abbandonata che ha di fronte potrebbe diventare parte del futuro della sua comunità, entra in gioco il riutilizzo adattivo. 

Questo da anni avviene in particolare modo, nelle città americane, le quali hanno preceduto una tendenza che oggi è moda, e affrontato sfide molto rischiose nel rilanciare grandi spazi industriali. 

Lo hanno potuto fare certo, senza sicurezze di successo ma anche senza grossi vincoli come quelli che ha in nostro sistema di pianificazione italiano ed europeo considerando anche che le città europee possono contare su un ricco patrimonio storico e su un capitale sociale radicato, mentre le poca storia architettonica e la continua esigenza di innovare degli Stati Uniti, ha aguzzato l’ingegno verso tale pensiero, rendendo il riutilizzo adattivo nelle città post-industriali nordamericane (da prendere come ispirazione) un ottimo ingrediente per restituire successo nella rinascita di città con una forte industrializzazione dismessa.

Il vero riutilizzo avviene se si  introducono nuovi contenuti in un vecchio contenitore esistente (contenuti a connotazione differente rispetto a quello per cui il contenitore è stato originariamente progettato)

Il riutilizzo adattivo viene effettuato adattando il contenuto al contenitore piuttosto che il contrario; comporta la massima trasformazione della conservazione ed è l’approccio più radicale da riutilizzare: invece di mantenere solo ciò che ancora si adatta, ti adatti per poter mantenere tutto. 

Innumerevoli esempi si possono trovare in molte città degli Stati Uniti e del nord Europa, e dimostrano che il modulo esistente può ospitare funzioni attraverso il riutilizzo adattivo. 

Certo che occorre saper valutare cosa può essere riutilizzato e cosa no. Spesso il riutilizzo si dimostra migliore della demolizione e della ricostruzione per una serie di motivi: fa bene alla cultura locale, perché l’eredità industriale è parte del paesaggio urbano, è radicata nell’identità della città e offre spazi e strutture sorprendenti, attrae investimenti poiché le attività innovative sembrano essere stimolate dalla flessibilità dello spazio e dalla libertà di utilizzo offerti dagli edifici industriali esistenti. 

“l’edificio più verde è quello che è già stato costruito”

riutilizzare è meglio per l’ambiente, poiché il riutilizzo rafforza il sentimento di comunità collegando positivamente il grande passato di una Città al suo futuro,   offrendo un’infrastruttura economica, solida e idonea ai bisogni emergenti. Si può pensare ad un processo di rinnovamento olistico.